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𝑮𝒆𝒏𝒆𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 “𝑼𝒍𝒕𝒊𝒎𝒐”

  • Immagine del redattore: Giorgio Bruzzone
    Giorgio Bruzzone
  • 13 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Soᥒo ρᥱsᥲᥒtᥱ, ᥣo dιᥴo ᥲ mᥱ stᥱsso

Troρρo romᥲᥒtιᥴo ᥱ ρrιmᥲ o ρoι ᥴᥲsᥴo

Mᥲ mᥱ ᥒᥱ sbᥲtto dι tᥙttᥲ stᥲ gᥱᥒtᥱ

Chᥱ ᥒoᥒ dᥲ ρᥱso ᥲᥣᥣᥱ ᥴosᥱ ιmρortᥲᥒtι

Chᥱ ρoι ᥣ’ᥲmorᥱ sᥱ ιᥒ foᥒdo ᥴι ρᥱᥒsι

È ᥣ’ᥙᥒιᥴo ᥲρριgᥣιo ιᥒ ᥙᥒ moᥒdo dι mostrι


È anche attraverso versi come questi che è nato il fenomeno #Ultimo (42 stadi , 2

milioni di biglietti venduti, 84 dischi di platino).


Ma è forse questione di identità: i giovani si riconoscono, infatti, in questo trentenne che identificano come uno di loro, quello che arriva dalla periferia, che canta cose semplici, che esprime sentimenti ed emozioni vere: l’innamoramento, la vita di coppia , la paternità l’amore di figlio e per un figlio . Un ragazzo che si pone domande sul nostro essere al mondo , su quello che siamo ma anche su ciò che sarà di noi.

Nicolò racconta di se stesso , dei suoi difetti e dei suoi amori, degli amici di ieri e di oggi.

Di quella generazione normale che vorrebbe condurre una vita semplice , senza ansie e paure. Una maggioranza silenziosa che non bisogno di parate per rivendicare il proprio diritto di essere semplicemente normali.

Un successo raggiunto senza bisogno di esporre il proprio corpo , senza colpi di scena, coming out o la ricerca di facili melodie usa e getta.

𝓘𝓵 𝓼𝓾𝓸 𝓮̀ 𝓲𝓷 𝓻𝓮𝓪𝓵𝓽𝓪̀ 𝓾𝓷 𝓵𝓲𝓷𝓰𝓾𝓪𝓰𝓰𝓲𝓸 𝓾𝓷𝓲𝓿𝓮𝓻𝓼𝓪𝓵𝓮 𝓬𝓱𝓮 𝓽𝓸𝓬𝓬𝓪 𝓬𝓱𝓲𝓾𝓷𝓺𝓾𝓮 𝓪𝓫𝓫𝓲𝓪 𝓵𝓪𝓼𝓬𝓲𝓪𝓽𝓸 𝓪𝓹𝓮𝓻𝓽𝓪 𝓵𝓪 𝓹𝓸𝓻𝓽𝓪 𝓭𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓼𝓮𝓷𝓼𝓲𝓫𝓲𝓵𝓲𝓽𝓪̀“ prova a spiegare Jacqueline la compagna e mamma del suo Enea.

Un successo costruito, con lo studio e

l’impegno , contro tutto e tutti: un’etichetta discografica autonoma ( Ultimo records )e una stampa e media non solo indifferenti ma persino avversi . Fa un certo effetto scoprire come anche oggi gli spazi dedicati ai giornalisti, negli stadi stracolmi, siano totalmente vuoti.

Se dovessi cercare un paragone lo troverei con il Baglioni per noi ragazzi negli anni ‘80 .


Speriamo che questo grande successo di Ultimo non travolga e cancelli il Nicolò bambino che contava le stelle.

Va bhe ora non pensiamoci e torniamo a cantare perché “Sιᥲmo stᥱᥣᥣᥱ ρᥱr sᥱmρrᥱ vιᥴιᥒᥱ ᥲd ᥙᥒ ρᥱzzo dι ᥴιᥱᥣo”


Giorgio Bruzzone

 
 
 

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