Mi sono chiesto più volte se fosse opportuno o meno scrivere qualcosa sulla Ferragni ed il suo “pandoro-gate”, in considerazione della scarsa importanza che ho sempre attribuito a questi personaggi. Poi man mano che la vicenda ampliava i suoi effetti, ho realizzato che fosse necessario scrivere qualcosa. Quanto accaduto, infatti , non riguarda semplicemente il futuro delle società dei Ferragnez, ma investe l’intero mondo degli influencer, di cui Chiara Ferragni è la più nota rappresentante.
È servito uno scandalo per far scoprire ai molti, che si sono fatti abbindolare da un mondo patinato, esibito a larghe mani, che dietro l’esibizionismo si nasconde in realtà un interesse economico disposto a tutto. Perfino a violare le più elementari leggi dell’etica sociale: millantare cioè una falsa beneficienza per lucrare compensi milionari!
In realtà abbiamo scoperto solo l’acqua calda!
Gli influencer sono dei manipolatori dei desideri e dei sogni, seducono e soprattutto conformano, agendo sul linguaggio, sull’immaginario globale e sul narcisismo individuale di massa. Il tutto ovviamente a scopo di lucro. Un giochino facile facile che garantiva, fino ad oggi, enormi guadagni.
Un meccanismo che però aveva già mostrato le prime crepe quando i Ferragnez hanno incominciato a promuovere non più semplicemente prodotti di consumo, ma stili di vita ed ideologie, guarda caso, perfettamente in linea con quel pensiero unico main stream che i vari Schwab, Soros e B.Gates cercano di imporci da tempo e con ogni mezzo. A quel punto, anche chi si limitava ad ignorarli, come il sottoscritto, ha incominciato a schierarsi attivando un naturale meccanismo di autodifesa. Il marchio Ferragni si è improvvisamente trasformato in un qualcosa di divisivo, da amare od odiare.
Lo scandalo di questi giorni, insomma, ha dato probabilmente un colpo mortale ad un’ attività che si basa su meccanismi psicologici labili e che portava già in sé le crepe di un imminente declino.
Agli aspetti divisivi, sopra descritti, si aggiunge ora il crollo del mito del personaggio vincente: alla gente piace, infatti, la gente che piace e soprattutto piacciono i vincenti. Oggi la Ferragni ha mostrato la sua debolezza ed è iniziata la sua inevitabile e cruenta lapidazione. C’è da immaginare che cadere da una torre di cartapesta farà molto molto male.
Come dicevo, però, a precipitare non saranno probabilmente solo i Ferragnez, ma tutto quel mondo che loro rappresentano.
L'esibizione e l'ostentazione del lusso, di una vita da favola e patinata, avendo cura di celare accuratamente ciò che non è utile al racconto della perfezione, ha segnato la società recente e ora si mostra con tutte le sue crepe, che i protagonisti cercheranno di nascondere con ogni mezzo.
Sono portato a credere, come ho già detto, che il crollo della Ferragni trascinerà con sé un modello di successo basato sul guadagno facile, che non necessita di studio, di gavetta e tanto meno di fatica.
Un pessimo modello ed esempio per i nostri giovani.
Ma trascinerà, si spera, con sé anche un concetto distorto di felicità basato su valori effimeri e fallaci.
Ai posteri l’ardua sentenza
Giorgio Bruzzone
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