Il GIORNO DELLA VERGOGNA
- Giorgio Bruzzone

 - 15 ott
 - Tempo di lettura: 3 min
 

Sono passati 4 anni dal quel tragico 15 ottobre 2021. In quel giorno entrò in vigore la disposizione che stabilì che per andare al lavoro, al ristorante, all’università , a scuola, per spostarsi sui mezzi pubblici,
per entrare nella quasi totalità dei negozi, per potersi incontrare con altre persone
( per non essere quindi esclusi dalla vita sociale e civile), e soprattutto per poter guadagnare per sopravvivere (senza essere sospesi o licenziati) occorreva una famigerata tessera elettronica chiamata impropriamente "green pass".
Da quel momento gli italiani si sono divisi in due fazioni contrapposte.
Da una parte chi si adeguava tacitamente alle assurde disposizioni del Governo; dall’altro chi, con spirito critico e tanto coraggio, decise di rifiutare e non adeguarsi a norme ed obblighi che riteneva assurdi , falsi e folli.
Una cosa è certa: rileggendo a distanza di qualche anno le disposizioni ( i famosi DPCM imposti da Conte e Draghi con delle drammatiche dirette televisive a reti unificate) viene persino da sorridere: il caffè in piedi anziché seduto, guidatore e passeggero seduti in auto uno davanti e l’altro dietro e con i finestrini aperti in modo asimmetrico. Divieto di acquisto al supermercato di alcuni prodotti, divieto per i bimbi di giocare al parco.
E poi le corsie per camminare nei centri commerciali , il distanziamento dei lettini sulle spiagge , la disinfestazione compulsiva di oggetti e mani, il
divieto di correre persino in luoghi isolati.
In quel tempo abbiamo anche scoperto che il terribile virus , sostituito della solita influenza ( in quegli anni guarda caso totalmente scomparsa), agiva ad ora definite . Fu così che venne imposto ed accettato il divieto di spostarsi e persino il coprifuoco .
Bisognerebbe allora porsi alcune domande:
perché la politica ha avallato, quasi all’unanimità certe disposizioni senza alcun dibattito critico?
Perché i medici, svilendo ed abdicando alla propria etica professionale , hanno rinunciato al proprio ruolo avallando scelte illogiche come quella ad esempio di evitare addirittura le autopsie ?
Perché i media hanno creato ed alimentato e favorito all’unisono il clima di terrore?
Un unità di intenti mai vista prima. Dalla politica, al giornalismo, allo spettacolo, alla scuola, allo sport.
Persino la Chiesa per la prima volta nella sua storia, in quel periodo chiuse le Chiese.
Rinunciando a celebrare le Messe, distribuire i sacramenti ed assistere malati e bisognosi .
Emblematica l’immagine del Papa in una piazza deserta nella notte del S Natale.
Eppure Gesù abbracciava i lebbrosi e la stessa cosa faceva S Francesco.
E Madre Teresa e le “ Missionarie della carità” non sono forse impegnate ad assistere malati, poveri e bisognosi ?
Come può un religioso conciliare la certezza della vita eterna con il terrore di un virus ?
La verità è che quella ferita è purtroppo ancora aperta!
Inutile girarci intorno: quei giorni, quei divieti , quegli sguardi , quell’odio tra cittadini hanno segnato per sempre la storia e le nostre vite.
Quei giorni, non si dimenticano.
Ci hanno diviso ed hanno mostrato a noi stessi chi siamo. Chi ognuno di noi è.
Quella ferita è inevitabilmente aperta perché quei giorni hanno spezzato amicizie di una vita, hanno diviso ed a volte distrutto rapporti familiari e famiglie.
Certe ferite non si rimarginano.
Non è semplice dimenticare chi godeva nel vedere persone in fila davanti alle farmacie, con qualsiasi tempo, per sottoporsi , da sani a costosi tamponi nasali.
Non è semplice dimenticare chi non ha mostrato un minimo di solidarietà nel vedere persone escluse dalla vita sociale e dal lavoro.
Divisi lo siamo ancora, sia che lo diciamo sia che fingiamo di non pensarci.
L'unica novità è rappresentata da coloro che allora si piegarono, per inerzia od ignavia, ed oggi sembrano aver compreso.
E allora che fare ?
Dobbiamo far tesoro di quella esperienza , come abbiamo fatto con la tragica pagina del fascismo.
Ricordare ! Perché la vergogna di quel giorno , di quel periodo, non si ripeta mai più !
@Giorgio Bruzzone






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