C’è in me un grande dolore nell’ascoltare la conta quotidiana dei morti e guardare i filmati in arrivò dalla guerra in Palestina.
Stupisce e preoccupa, altresì, il senso di abitudine o disinteresse con cui in molti ( troppi) si pongono davanti a queste drammatiche immagini. Come se tutto fosse scontato! Come se quei bambini spaventati, feriti o morti avessero una colpa innata che stanno semplicemente espiando.
Non ho la pretesa di analizzare le cause e le colpe di questo conflitto, apice di un situazione di contrasti, palesi o latenti, fin dalla costituzione dello Stato di Israele.
Vorrei avere le certezze dei molti politici, giornalisti ed osservatori che per presunzione, ignoranza o convenienza conoscono esattamente le colpe e magari anche le soluzioni.
E non si tiri in ballo la religione! Quella della guerra di religioni è la solita ricostruzione semplicistica e comoda, oltre che pretesto per il “Sovrano macellaro” di turno, come magistralmente scrisse 𝐓𝐫𝐢𝐥𝐮𝐬𝐬𝐚 nella sua celebre “𝖭𝗂𝗇𝗇𝖺 𝗇𝖺𝗇𝗇𝖺”. ( https://youtu.be/Mgzc0ajmqss?si=3mvMR43yjV1RqmW5 )
In realtà il vero colpevole o forse una vera vittima c’è: la politica!
Quella politica che ha smarrito la sua funzione essenziale: costruire compromessi tra avversari, finanche nemici.
La guerra è il fallimento della politica!
Ma com’è potuto accadere ? E perché proprio adesso?
“𝖴𝗇 𝗀𝗈𝗏𝖾𝗋𝗇𝗈 ‘𝗆𝗈𝗇𝖺𝗋𝖼𝗁𝗂𝖼𝗈’ 𝖽𝖾𝗅 𝗉𝗂𝖺𝗇𝖾𝗍𝖺 𝖾̀ 𝗂𝗆𝗉𝗈𝗌𝗌𝗂𝖻𝗂𝗅𝖾” scrive 𝐌𝐚𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐂𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐫𝐢: “𝖤̀ 𝖼𝗁𝗂𝖺𝗋𝗈 𝖽𝖺 𝗍𝖾𝗆𝗉𝗈 (…) 𝖨𝗅 𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝖺𝗅𝗂𝗌𝗆𝗈 𝗌𝖾𝗇𝗓𝖺 𝖼𝗈𝗇𝖿𝗂𝗇𝗂 𝗇𝗈𝗇 𝗁𝖺 𝗉𝗈𝗋𝗍𝖺𝗍𝗈 “𝗅𝖺 𝖿𝗂𝗇𝖾 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝖲𝗍𝗈𝗋𝗂𝖺”, 𝗊𝗎𝗂𝗇𝖽𝗂 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗉𝗈𝗅𝗂𝗍𝗂𝖼𝖺. 𝖨 𝗆𝖾𝗋𝖼𝖺𝗍𝗂 𝗇𝗈𝗇 𝗁𝖺𝗇𝗇𝗈 𝗉𝖺𝖼𝗂𝖿𝗂𝖼𝖺𝗍𝗈 𝗂𝗅 𝗉𝗂𝖺𝗇𝖾𝗍𝖺. 𝖠𝗇𝗓𝗂, 𝗁𝖺𝗇𝗇𝗈 𝖿𝗋𝖺𝗍𝗍𝗎𝗋𝖺𝗍𝗈 𝖺𝗇𝖼𝗁𝖾 𝗅𝖾 𝗇𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝗂 𝖽𝖺𝗅𝗅𝖾 𝗊𝗎𝖺𝗅𝗂 𝗌𝗈𝗇𝗈 𝗌𝗈𝗋𝗍𝗂.” E poi aggiunge: “𝖫𝖺 𝗉𝗈𝗅𝗂𝗍𝗂𝖼𝖺 𝖼𝗈𝗇 𝗅𝖺 𝖯 𝗆𝖺𝗂𝗎𝗌𝖼𝗈𝗅𝖺, 𝖼𝗁𝖾 𝖾̀ 𝗌𝖾𝗆𝗉𝗋𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗍𝖺 𝗀𝗋𝖺𝗇𝖽𝖾 𝖯𝗈𝗅𝗂𝗍𝗂𝖼𝖺 𝗂𝗇𝗍𝖾𝗋𝗇𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝖺𝗅𝖾, 𝖾̀ 𝗍𝗈𝗋𝗇𝖺𝗍𝖺 𝗉𝗋𝖾𝗉𝗈𝗍𝖾𝗇𝗍𝖾 𝗂𝗇 𝗍𝗎𝗍𝗍𝖺 𝗅𝖺 𝗌𝗎𝖺 𝗍𝗋𝖺𝗀𝗂𝖼𝗂𝗍𝖺̀. 𝖨 𝗌𝗎𝗈𝗂 𝖺𝗍𝗍𝗈𝗋𝗂 𝖿𝗈𝗇𝖽𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝖺𝗅𝗂 𝗈 𝗌𝖺𝗉𝗋𝖺𝗇𝗇𝗈 𝖺𝖿𝖿𝗋𝗈𝗇𝗍𝖺𝗋𝖾 𝗂𝗅 𝗆𝗈𝗆𝖾𝗇𝗍𝗈 𝗂𝗇 𝖻𝖺𝗌𝖾 𝖺𝗅𝗅𝖺 𝗋𝖾𝖼𝗍𝖺 𝗂𝗇𝗍𝖾𝗇𝗍𝗂𝗈 𝖽𝗂 𝗋𝖺𝗀𝗀𝗂𝗎𝗇𝗀𝖾𝗋𝖾 𝖺𝖼𝖼𝗈𝗋𝖽𝗂 𝗈 𝗉𝖺𝗍𝗍𝗂 (𝗅𝖺 𝗌𝗍𝖾𝗌𝗌𝖺 𝗋𝖺𝖽𝗂𝖼𝖾 𝖽𝗂 𝗉𝖺𝖼𝖾) 𝗋𝖺𝗀𝗂𝗈𝗇𝖾𝗏𝗈𝗅𝗂 𝖾 𝖽𝗎𝗋𝖾𝗏𝗈𝗅𝗂, 𝗈𝗉𝗉𝗎𝗋𝖾 𝗅𝖺 𝗌𝗂𝗍𝗎𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 𝗉𝗋𝖾𝖼𝗂𝗉𝗂𝗍𝖾𝗋𝖺̀ 𝗇𝖾𝖼𝖾𝗌𝗌𝖺𝗋𝗂𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾 𝗏𝖾𝗋𝗌𝗈 𝖼𝗈𝗇𝖿𝗅𝗂𝗍𝗍𝗂 𝗌𝖾𝗆𝗉𝗋𝖾 𝗉𝗂𝗎̀ 𝗀𝗅𝗈𝖻𝖺𝗅𝗂”.
Il sospetto che dietro a tutti questi eventi ci sia una regia globale non serve però a lenire il dolore, ma anzi lo accentua. Una sofferenza che cresce parimenti al senso di impotenza. Emozioni che accompagnano tutti i drammatici avvenimenti di questi ultimi anni.
Nessuno escluso!
Giorgio Bruzzone
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