In molti sono oggi sorpresi e preoccupati della follia che ha pervaso, in questi ultimi anni, la cosiddetta “cultura occidentale”
Una “cultura” che sarebbe meglio definire una “contro cultura “ senza freni, che sembra voler distruggere le basi della convivenza civile, democratica minando altresì, alla base, la nostra tradizione secolare religiosa.
Un attacco concentrico a valori e principi di tradizione millenaria, fondamenta della convivenza civile e democratica: la sovranità dello Stato, la sacralità del lavoro, la proprietà privata, il diritto di cura e molto altro.
Basterebbe guardare a come la guerra sia ormai da tempo al centro delle agende dei governi occidentali come metodo di risoluzione delle controversie internazionali.
In Italia le palesi violazioni degli articoli costituzionali si susseguono uno dopo l’altro. Chi dovrebbe presidiare non fa nulla e anzi in alcuni casi attribuisce una patente di legittimità alla violazione costituzionale di turno.
Nel frattempo si vanno diffondendo, pubblicizzando e programmando continui progetti contro l’uomo e la vita in genere.
Pensiamo, ad esempio, al mondo del lavoro, dove lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, nel nome del Dio profitto, viene indirizzata verso una sostituzione anziché verso un aiuto dell’uomo.
Oppure all’idolatria con cui si trattano i temi del fine vita o dell’aborto.
Nulla è però casuale ma deriva da un’ideale quello del liberismo diventato nel tempo una deviante e pervasiva ideologia. Un’ideologia ormai libera di scorrazzare in una prateria culturale priva di limiti e di alternative credibili.
Le idee socialiste hanno lasciato spazio, da tempo, ad un progetto “liberal” che ha sostituito al benessere collettivo un piacere individuale di breve durata e privo di qualsiasi limite etico e culturale.
Il denaro si è comprato tutto ( media, governanti, istituzioni internazionali, ecc). Accade così che gli strumenti di controllo e garanzia, di una società costruita nel nome della libertà, non funzionino più, perché ormai alla mercé di chi tira le fila di questo progetto transumano.
E allora dovremmo accogliere come un preoccupante segnale di crisi valoriale, anziché criticare a priori, l’accusa che ha recentemente rivolto al mondo occidentale il filosofo russo Alexander Dugin:
“Il liberalismo è la liberazione dell'individuo da ogni identità collettiva. L'ultimo passo del liberalismo è la liberazione dell'uomo dall'identità umana”
Un inaspettato messaggio di speranza ci arriva, per fortuna, dal filosofo Giorgio Agamben: “Oggi vediamo che la spada sospesa sul capo dei tiranni sta per cadere (…) Ma la lezione della leggenda non è per noi solo questa. Non basta astenersi dagli encomi che tutti prodigano pavidamente ai tiranni, occorre anche ricordare che sta a noi, nella misura delle nostre forze, se non recidere, almeno scalfire ed erodere il crine che ancora trattiene la spada sospesa sul loro capo. Il filo che la sorregge – non dobbiamo stancarci di mostrarlo, se il primo a saperlo è il tiranno – è sottile e solo il consenso e la paura dei molti gli impedisce di spezzarsi.”
Giorgio Bruzzone
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