Martedì 11 inizia il Festival di Sanremo
Tanti lo criticano ma quasi tutti alla fine lo guardano. Inutile girarci intorno.
Sanremo è un po’ la cartina di tornasole della nostra società. Sul palco dell’Ariston ci sono sì le canzoni, ma c’è soprattutto lo specchio riflesso di pregi e difetti dei nostri tempi.
Vedremo cantanti (o pseudo tali ) che, approfittando del momento di gloria, proveranno a far passare i loro messaggi “sociali” . E lo faranno non solo con i testi delle canzoni, ma con il loro abbigliamento e con gesti volutamente e fastidiosamente plateali.
Ma ascolteremo anche comici (o pseudo tali) che useranno, come al solito, politica ed ideologie in modo ruffiano e spesso irritante
Alla fine non faranno ridere nessuno ma tutti parleranno di loro.
Che sia questo ciò che realmente cercano?
E noi paghiamo …… dirà giustamente qualcuno.
Nulla di nuovo insomma è così da sempre, non serve scandalizzarsi ma cogliere il meglio che il palco ci offre.
Alla fine delle provocazioni dei cantanti o delle battute scontate e fastidiose dei comici poco resta. “Belinate” come diciamo noi genovesi che faranno la fine della neve al sole.
Sul palco ci sono insomma le stesse dinamiche che ritroviamo nelle nostre vite , il brutto ed il male fanno tanto clamore ma dovremmo imparare, non solo a combatterli, ma anche ad ignorarli.
Per stare bene con noi stessi dovremmo guardare alle tante cose belle che ci circondano e che arricchiscono la nostra vita.
Perché le cose belle restano e alla fine il bene vince come ho scritto in una mia poesia ( la vita è come la fiaba/ alla fine è il cattivo ad uscirne sconfitto)
Volete un esempio ? Cosa mi è rimasto del Festival 2024 ?
Beh qui non ho alcun dubbio: come dimenticare il commovente monologo del geniale maestro Giovanni Allevi
“𝑸𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒄𝒓𝒐𝒍𝒍𝒂 𝒆 𝒓𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒊𝒏 𝒑𝒊𝒆𝒅𝒊 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒍’𝒆𝒔𝒔𝒆𝒏𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆.
𝑰𝒍 𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒆𝒗𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒅𝒂𝒍𝒍’𝒆𝒔𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂 𝒑𝒊𝒖̀.
𝑰𝒐 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒐, 𝒏𝒐𝒊 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒆, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒊𝒏𝒕𝒖𝒊𝒔𝒄𝒆 𝑲𝒂𝒏𝒕 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 “𝑪𝒓𝒊𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒊𝒐𝒏 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂”, 𝒊𝒍 𝒄𝒊𝒆𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒂𝒕𝒐 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒆𝒈𝒈𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒆 𝒐𝒓𝒃𝒊𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒇𝒆𝒕𝒕𝒆. 𝑰𝒐 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒐 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒎𝒎𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒊𝒏 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒐 𝒎𝒖𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐, 𝒆𝒑𝒑𝒖𝒓𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒏 𝒎𝒆 𝒄’𝒆̀ 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒎𝒂𝒏𝒆.
𝑬𝒅 𝒆̀ 𝒓𝒂𝒈𝒊𝒐𝒏𝒆𝒗𝒐𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒎𝒂𝒓𝒓𝒂̀ 𝒊𝒏 𝒆𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐.
𝑰𝒐 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒐. 𝑽𝒐𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒊𝒏 𝒇𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒊𝒆𝒓𝒐. 𝑺𝒆 𝒍𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒅𝒂𝒗𝒗𝒆𝒓𝒐 𝒄𝒐𝒔𝒊̀, 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒔𝒂𝒓𝒂̀ 𝒖𝒏 𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐? “
Proviamo ad indovinare cosa ci porteremo a casa del Festival 2025 ?
Personalmente ho aspettative alte per il duetto che ci regaleranno Bresh e Cristiano De Andre sulle note di “Creuza de ma”.
E poi, tra le tante canzoni in gara, c’è un testo quello di Simone Cristicchi, che promette di regalarci grandi emozioni.
Come promesso allora, vedremo ed ascolteremo il Festival distrattamente . E, senza prenderci troppo sul serio, proveremo a cogliere esclusivamente il bello. Cercheremo, insomma, di dare il giusto peso al Festival delle “belinate” che ascolteremo e vedremo su quel palco.
Non sarà facile…… già lo sappiamo !
Giorgio Bruzzone

Giorgio Bruzzone
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