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𝐓𝐞𝐫𝐭𝐢𝐮𝐦 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐚𝐭𝐮𝐫


Le cose sono sempre più semplici di quanto vogliano farci credere.

Per questo dico che esiste solo la via della

Pace in contrapposizione a quella della guerra.

Ma anche che condizionare il percorso di pace ad una cosiddetta “pace giusta” è solo una mistificazione.

Perché sbandierare la Pace giusta contraddice i cardini basi della negazione dove il risultato migliore include sempre, per entrambi i contendenti , una piccola o grande sconfitta.

Credo possiamo tutti trovarci d’accordo nell’affermare che l’ideale di “pace giusta” per Zelensky non coincide certamente con quella di Putin e viceversa.

Insomma alla fine 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭𝐚̀ 𝐜𝐢 𝐨𝐟𝐟𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧’𝐚𝐥𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚: 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐜𝐞 𝐨 𝐥𝐚 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 , 𝐭𝐞𝐫𝐭𝐢𝐮𝐦 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐚𝐭𝐮𝐫 !

Ed in questo senso non ho difficoltà a ribadire personalmente che tra la pace e la guerra scelgo sempre la Pace. Senza se e senza ma!


Veniamo ora ai fatti e cioè al noto confronto in mondovisione che ha visto protagonisti Trump e Zelensky. Un confronto che in pochi temo

abbiano ascoltato ed in tanti però purtroppo commentano. E lo fanno basando i propri ragionamenti su pregiudizi e ideologie. Pregiudizi ed ideologie che sono notoriamente “ nemici” della verità.

Donald Trump nei 40 minuti di incontro diplomatico si è dimostrato un discreto padrone di casa per poi trasformarsi con il passare dei minuti in un cinico dottore. Ha guardato, infatti, dritto negli occhi Zelenskij e gli ha detto: '𝚒𝚕 𝚐𝚒𝚘𝚌𝚘 𝚏𝚒𝚗𝚒𝚜𝚌𝚎 𝚚𝚞𝚒. 𝙴̀ 𝚘𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚊𝚌𝚎. 𝙶𝚕𝚒 𝚂𝚝𝚊𝚝𝚒 𝚄𝚗𝚒𝚝𝚒 𝚍𝚒 𝙱𝚒𝚍𝚎𝚗 𝚝𝚒 𝚑𝚊𝚗𝚗𝚘 𝚞𝚜𝚊𝚝𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗 𝚋𝚞𝚛𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚘, 𝚐𝚕𝚒 𝚂𝚝𝚊𝚝𝚒 𝚄𝚗𝚒𝚝𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚒𝚘 𝚛𝚊𝚙𝚙𝚛𝚎𝚜𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚝𝚒 𝚜𝚌𝚊𝚛𝚒𝚌𝚊𝚗𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚎𝚛𝚊 𝚗𝚎𝚒 𝚙𝚊𝚝𝚝𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚊𝚛𝚎𝚋𝚋𝚎 𝚜𝚞𝚌𝚌𝚎𝚜𝚜𝚘. 𝙴 𝚕𝚊 𝚝𝚞𝚊 𝚌𝚊𝚛𝚛𝚒𝚎𝚛𝚊 𝚏𝚒𝚗𝚒𝚜𝚌𝚎 𝚌𝚘𝚜𝚒̀, 𝚏𝚒𝚛𝚖𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚞𝚗𝚊 𝚙𝚊𝚌𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚊𝚐𝚕𝚒 𝚄𝚜𝚊 𝚛𝚒𝚍𝚊̀ 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎 𝚍𝚎𝚒 𝚌𝚘𝚜𝚝𝚒 𝚜𝚙𝚎𝚜𝚒, 𝚊 𝚝𝚎 𝚜𝚊𝚕𝚟𝚊 𝚕𝚊 𝚙𝚎𝚕𝚕𝚎, 𝚊𝚒 𝚝𝚞𝚘𝚒 𝚗𝚎𝚖𝚒𝚌𝚒 𝚕𝚎 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚎 𝚌𝚘𝚗𝚚𝚞𝚒𝚜𝚝𝚊𝚝𝚎 𝚎 𝚖𝚊𝚗𝚍𝚊 𝚌𝚘𝚕 𝚌𝚞𝚕𝚘 𝚙𝚎𝚛 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚎 𝚖𝚊𝚛𝚒𝚘𝚗𝚎𝚝𝚝𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚏𝚊𝚗𝚗𝚘 𝚕𝚊 𝚐𝚞𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚌𝚘𝚕 𝚝𝚞𝚘 𝚜𝚊𝚗𝚐𝚞𝚎: 𝚕'𝙴𝚞𝚛𝚘𝚙𝚊'.

Trump ha parlato di vite umane da salvare. Ha detto a Zelenskij: '𝚝𝚞 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚐𝚞𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚗𝚘𝚗 𝚙𝚘𝚝𝚛𝚊𝚒 𝚖𝚊𝚒 𝚟𝚒𝚗𝚌𝚎𝚛𝚕𝚊 𝚎 𝚕𝚘 𝚜𝚊𝚒 𝚎 𝚗𝚘𝚒 𝚍𝚒 𝚖𝚎𝚝𝚝𝚎𝚛𝚎 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚒 𝚜𝚘𝚕𝚍𝚒 𝚙𝚎𝚛 𝚏𝚊𝚛 𝚖𝚘𝚛𝚒𝚛𝚎 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚊𝚕 𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚎 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚊𝚣𝚣𝚒 𝚞𝚌𝚛𝚊𝚒𝚗𝚒 𝚎 𝚛𝚞𝚜𝚜𝚒 𝚎 𝚙𝚎𝚛 𝚛𝚒𝚜𝚌𝚑𝚒𝚊𝚛𝚎 𝚕𝚊 𝚝𝚎𝚛𝚣𝚊 𝚐𝚞𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚖𝚘𝚗𝚍𝚒𝚊𝚕𝚎, 𝚗𝚘𝚗 𝚊𝚋𝚋𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚒𝚗𝚝𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎'.

Zelenskij non ha capito, o forse ha recitato la parte di quello che non capisce, non ha accettato e si è sentito tradito. Lui aveva avuto altre promesse da Biden, ma Biden non c'è più e le sue promesse sono svanite con la sconfitta elettorale di Kamala Harris .

Con Trump non c'è più spazio per le ipocrisie. Lo ha detto chiaramente a Zelensky : '𝚒𝚗 𝙿𝚊𝚝𝚛𝚒𝚊 𝚜𝚎𝚒 𝚊𝚙𝚙𝚎𝚗𝚊 𝚜𝚝𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚎𝚐𝚒𝚝𝚝𝚒𝚖𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚊𝚕 𝙿𝚊𝚛𝚕𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘, 𝚒𝚕 𝚝𝚞𝚘 𝚖𝚊𝚗𝚍𝚊𝚝𝚘 𝚎̀ 𝚜𝚌𝚊𝚍𝚞𝚝𝚘 𝚍𝚊 𝚞𝚗 𝚊𝚗𝚗𝚘, 𝚒𝚕 𝚙𝚘𝚙𝚘𝚕𝚘 𝚞𝚌𝚛𝚊𝚒𝚗𝚘 𝚗𝚘𝚗 𝚊𝚌𝚌𝚎𝚝𝚝𝚊 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚛𝚛𝚞𝚘𝚕𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚏𝚘𝚛𝚣𝚊𝚝𝚒 𝚍𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚊𝚣𝚣𝚒 𝚜𝚎𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚛𝚊𝚝𝚒 𝚙𝚎𝚛 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚊 𝚎 𝚜𝚙𝚎𝚍𝚒𝚝𝚒 𝚊𝚕 𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚎. 𝙴 𝚜𝚎 𝚙𝚎𝚗𝚜𝚒 𝚍𝚒 𝚝𝚎𝚗𝚎𝚛𝚝𝚒 𝚐𝚕𝚒 𝚎𝚞𝚛𝚘𝚙𝚎𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚊𝚕𝚕𝚎𝚊𝚝𝚒 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚝𝚞𝚊 𝚐𝚞𝚎𝚛𝚛𝚊 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚁𝚞𝚜𝚜𝚒𝚊, 𝚏𝚊𝚕𝚕𝚘. 𝙰𝚗𝚣𝚒, 𝚏𝚊𝚝𝚎𝚕𝚊 𝚕𝚊 𝚐𝚞𝚎𝚛𝚛𝚊. 𝙼𝚊 𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚐𝚕𝚒 𝚄𝚜𝚊. 𝙴 𝚋𝚞𝚘𝚗𝚊 𝚏𝚘𝚛𝚝𝚞𝚗𝚊'.

Ma se vogliamo metterla su un piano più nobile, Trump si è dimostrato un abile giocatore di poker, inevitabilmente assai più capace di Zelenskij . Trump sapeva di parlare non solo a Zelensky od ai propri elettori ma a tutti gli americani e con una grande promessa elettorale da mantenere . Conscio tra l’altro di far leva sul noto orgoglio americano di paese più importante e per questo invincibile ed inattaccabile.

Zelensky è arrivato al confronto in una posizione di estrema debolezza non avendo più il suo Paese in mano. Come potrebbe averlo dopo che ha, per decreto, bloccato da oltre un anno i viaggi all'estero dei suoi cittadini maschi in età compresa fra i 18 e i 60 anni. Come può avere il suo Paese in mano un leader i cui connazionali che ricevevano una deroga professionale (giornalisti, artisti e sportivi) si rifiutatavano poi di tornare in Ucraina per evitare di essere mandati in guerra. Non può avere il suo Paese in mano un leader che spedisce i reclutatori a prelevare con la forza in giro per le strade i malcapitati passanti e li carica sui furgoni della mobilitazione forzata (da giorni la gente aggredisce i reclutatori).

Gli ucraini saranno forse disposti a morire per l'Ucraina, ma non vogliono certamente morire più per Zelensky, nè per i suoi strani conti correnti e affari immobiliari esteri.

La popolazione ucraina è diminuita di un terzo negli ultimi tre anni, il Paese è devastato e al fronte in molti disertano.

La scena di Trump che prende a sberle 'virtuali' Zelenskij piacerà poco ai radical chic europeisti, ma è tremendamente realista.

Zelenskij è ormai una stella cadente. A Kiev non lo amano, fuori sta diventando un amico sempre più scomodo. Lui lo sa e per questo sta cercando asilo politico in Francia e altrove.


Insomma se Putin non è campione di democrazia, certamente non lo è neppure Zelensky. Mentre il neoeletto Trump sta facendo soltanto ciò che ha promesso ai suoi cittadini in campagna elettorale: e cioè che farà ogni sforzo per mettere fine a questa guerra.

Nessuna pace raggiunta per definizione sarà una pace giusta. Ma sicuramente sarà meglio di questa guerra ingiusta.


Zelenskij farebbe bene a rifletta sul suo futuro : odiato in Patria, senza i soldi e il sostegno americano, con le sole pacche sulle spalle degli europei che a breve lo lasceranno al suo destino, rischia di trasformarsi a breve nel capo espiratorio di tutti i danni umani ed economici provocati dala terribile guerra.


Zelensky si è presentato allo showdown decisivo senza “carte da giocare” e quando sei senza carte, la storia insegna che hai solo una carta da giocare: negoziare una onorevole sconfitta.

Giorgio Bruzzone

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