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Fenomeno Vannacci


Alcune considerazioni a freddo sul “fenomeno Vannacci”

Il prologo è ormai arcinoto: la rubrica “Il mostro della settimana” , quella che periodicamente addita al pubblico disprezzo e alla gogna mediatica l’orco del momento, ha visto campeggiare l’alto ufficiale del nostro esercito per un intera settimana. Su di lui è piovuto ogni tipo di insulto: razzista, misogino, omofobo e non si è fatto mancare neppure l’immancabile ed inossidabile appellativo di fascista. Sulla sua testa sono piovuti persino gli strali del Ministro della difesa che, tramite Twitter (???), è arrivato persino a denigrarlo etichettando come “farneticazioni” le frasi del Generale.

Non voglio ritornare sulla questione dei diritti ma tutto ciò che ho letto ed ascoltato, in questi giorni, non mi ha fatto cambiare idea rispetto a quanto scrissi in un mio precedente articolo (https://gbruzzone1965.wixsite.com/my-site-2/post/il-mondo-al-contrario )

Come dice Sgarbi “𝙽𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚐𝚊𝚛𝚊𝚗𝚣𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚒 𝚍𝚒𝚛𝚒𝚝𝚝𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚌𝚒 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚐𝚎𝚛𝚊𝚛𝚌𝚑𝚒𝚎……𝙾𝚐𝚗𝚒 𝚙𝚘𝚜𝚒𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚎 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚕𝚒𝚋𝚎𝚛𝚝𝚊̀ 𝚐𝚊𝚛𝚊𝚗𝚝𝚒𝚝𝚊 𝚍𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚌𝚘𝚜𝚝𝚒𝚝𝚞𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚙𝚞𝚘̀ 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚎 𝚌𝚎𝚗𝚜𝚞𝚛𝚊𝚝𝚊. “

Resto insomma fermamente convinto che il Generale avesse tutto il diritto di scrivere ciò che gli pare. Non saranno certo le “farneticazioni” di qualche Professorone o politico a farmi cambiare idea sul tema . L’articolo 21 della Costituzione è di una chiarezza ed una linearità tale che trovo

veramente squallido e pericoloso il tentativo di inserire arzigolate interpretazioni o distinguo. Ancor più grave se ad arrampicarsi sugli specchi si avventurano goffamente i vertici dello Stato.

Non mi interessa, inoltre, in questa sede valutare il contenuto del libro, che peraltro non ho letto, sapendo di essere in buona compagnia con molti di quelli che lo hanno criticato a prescindere.

È però innegabile che il libro rappresenti un grande successo editoriale, le vendite hanno battuto ogni record , surclassando persino i testi della Murgia. Nonostante quest’ultima fosse fresca di una “ santificazione mediatica” durata ben oltre la settimana.

Insomma quello di Vannacci è un vero e proprio fenomeno che sarebbe sbagliato sottovalutare o ridimensionare frettolosamente ancor peggio etichettare. Penso anzi che andrebbe esaminato a fondo e compreso.

Qualcuno dice che il fenomeno Vannacci non sia casuale ma bensì frutto di una approfondita organizzazione. C'è chi pensa che il Generale sia in realtà un pezzo del “regime”buttato in pasto ai “ dissidenti” per canalizzare e neutralizzare il dissenso.

Altri, al contrario , che sia una mossa degli oppositori al Governo Meloni per denigrare e destabilizzare la destra. Forse proprio da questo deriverebbe la scomposta e inattesa reazione del Ministro Crosetto.

Sono personalmente propenso più a credere a questa seconda ipotesi ma vigilerò attentamente e resto, come sempre, disponibile a cambiare idea difronte agli eventi.

La vera sorpresa non sta però solo nel successo editoriale, ma anche nella grande reazione popolare di cui sono testimoni i social.

Le idee del Generale sono piaciute diventando in breve quasi una bandiera o forse uno scudo.

Da qualche tempo, infatti, stava diventando dominante la teoria «woke» che impone l’inclusività, una tutela acritica delle minoranze che diventa senso di colpa occidentale verso la propria storia e mira al superamento dei valori tradizionali…

L’essere maschi, l’essere bianchi, essere cristiani oggi diventa quasi una colpa.

E guai a dire qualcosa di diverso!

Scrive Veneziani: “ 𝙽𝚘𝚛𝚖𝚊𝚕𝚎/𝙰𝚗𝚘𝚛𝚖𝚊𝚕𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚟𝚊𝚕𝚞𝚝𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚖𝚘𝚛𝚊𝚕𝚎, 𝚎𝚝𝚒𝚌𝚊 𝚖𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚌𝚘𝚗𝚜𝚝𝚊𝚝𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚒 𝚏𝚊𝚝𝚝𝚘. 𝙿𝚎𝚛 𝚊𝚗𝚗𝚒, 𝚐𝚕𝚒 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚒 𝚖𝚘𝚟𝚒𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚘𝚖𝚘𝚜𝚎𝚜𝚜𝚞𝚊𝚕𝚒 𝚜𝚒 𝚊𝚙𝚙𝚎𝚕𝚕𝚊𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚊𝚒 𝚍𝚒𝚛𝚒𝚝𝚝𝚒 𝚍𝚎𝚒 “𝚍𝚒𝚟𝚎𝚛𝚜𝚒”, 𝚙𝚛𝚎𝚜𝚞𝚙𝚙𝚘𝚗𝚎𝚗𝚍𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚒 𝚏𝚘𝚜𝚜𝚎𝚛𝚘 𝚒 “𝚗𝚘𝚛𝚖𝚊𝚕𝚒”. 𝙳𝚊 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚛𝚎 𝚕’𝚞𝚖𝚊𝚗𝚒𝚝𝚊̀, 𝚖𝚊 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚒𝚕 𝚛𝚎𝚐𝚗𝚘 𝚊𝚗𝚒𝚖𝚊𝚕𝚎, 𝚜𝚒 𝚛𝚒𝚙𝚛𝚘𝚍𝚞𝚌𝚎 𝚎 𝚜𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚙𝚎𝚝𝚞𝚊 𝚌𝚘𝚗 𝚕’𝚊𝚌𝚌𝚘𝚙𝚙𝚒𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚝𝚛𝚊 𝚞𝚗 𝚖𝚊𝚜𝚌𝚑𝚒𝚘 𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚏𝚎𝚖𝚖𝚒𝚗𝚊; 𝚎̀ 𝚕𝚊 𝚛𝚎𝚐𝚘𝚕𝚊, 𝚗𝚘𝚛𝚖𝚊𝚕𝚎 𝚎 𝚗𝚊𝚝𝚞𝚛𝚊𝚕𝚎 𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚌’𝚎̀ 𝚗𝚎𝚜𝚜𝚞𝚗 𝚜𝚘𝚝𝚝𝚒𝚗𝚝𝚎𝚜𝚘 𝚎𝚕𝚘𝚐𝚒𝚊𝚝𝚒𝚟𝚘 𝚘 𝚜𝚙𝚛𝚎𝚐𝚒𝚊𝚝𝚒𝚟𝚘 𝚗𝚎𝚕 𝚍𝚒𝚛𝚕𝚘. 𝙴’ 𝚕𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊, 𝚕𝚊 𝚛𝚎𝚊𝚕𝚝𝚊̀ 𝚎 𝚏𝚊 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝚜𝚎𝚗𝚜𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚞𝚗𝚎”

Una cosa è certa: chiunque abbia architettato il piano non ha saputo prevedere la rabbia latente della gente, costretta a limitarsi nel parlare, nello scrivere non perchè razzista, ma semplicemente perchè il lessico imparato da bambini era all'indice.

Vannacci, come dimostra il consenso ricevuto, ha detto quel che il senso comune generale pensava e diceva fino a qualche anno fa; e che molti pensano ma non dicono nel presente, per non incorrere nella scomunica pubblica.

Concludendo: Vannacci potrebbe forse aver tolto il tappo della protesta latente tra la gente comune…. e questa sarebbe una grande novità !

Giorgio Bruzzone



















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