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𝓜𝓪𝓻𝓴𝓮𝓽𝓲𝓷𝓰 𝓷𝓪𝓻𝓻𝓪𝓽𝓲𝓿𝓸


Possiamo ormai affermarlo senza timore di smentita: oggi non esistono più le notizie. Esiste un “marketing narrativo” che usa le notizie per creare la realtà.

Una selezione accurata che passa dalla scelta del tema, su cui concentrare il focus narrativo e, viceversa sulle notizie (scomode) da minimizzare o peggio ignorare totalmente ( il genocidio israeliano non è sostanzialmente fuori dalla cronaca? ).

Cosa dire e cosa non dire , insomma, ben conoscendo una delle prime regole della comunicazione: “ciò che non comunichi non esiste”

E poi c’è la scelta del linguaggio e dei toni da utilizzare, in puro spirito neo lingua orwelliana. Il marketing comunicativo si avvale insomma di tutte le tecniche comunicative come ad esempio un’accurata scelta delle immagini (pensiamo alle tonalità rosso fuoco con cui vengono illustrate le previsioni del tempo da quando le politiche Green sono al centro dell’agenda politica e finanziaria europea. Qualcuno pensa forse che la scelta di tonalità sia casuale? ).

Un altro esempio è l’utilizzo improprio, come una clava, di certe parole utili ad abbattere qualsiasi residuo di barriera di pensiero critico . Pensiamo, ad esempio, all’utilizzo della locuzione “scienza”: “La scienza dice questo” sentiamo spesso dire, sia che il tema sia la medicina oppure il clima. Chi non ha i titoli di “scienziato” non può osare parlare.

Occorrebbe però domandarsi prioritariamente che cosa sia la scienza e come funzioni il lavoro scientifico.

È mai esistita forse una scienza esatta e definitiva esente da critiche e confutazioni ?

Karl Popper diceva: “𝚞𝚗𝚊 𝚜𝚌𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚎𝚟𝚒𝚝𝚒 𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚗𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚊𝚛𝚜𝚒 𝚌𝚘𝚗 𝚒 𝚜𝚞𝚘𝚒 𝚙𝚘𝚜𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚒 𝚎𝚛𝚛𝚘𝚛𝚒, 𝚒𝚖𝚖𝚞𝚗𝚒𝚣𝚣𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚜𝚎 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚊 𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚘 𝚕𝚎 𝚌𝚛𝚒𝚝𝚒𝚌𝚑𝚎, 𝚙𝚎𝚛 𝚛𝚒𝚜𝚞𝚕𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚗 𝚊𝚙𝚙𝚊𝚛𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚛𝚎 𝚟𝚎𝚛𝚊, 𝚗𝚘𝚗 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚜𝚌𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊.”

La realtà è che il Dio denaro si è ormai comprato tutto !

Come difenderci allora ?

Decisivo diventa cambiare l’atteggiamento interpretativo: da passivo-ricettivo ad attivo- critico.

Un atteggiamento che andrebbe trasmesso ai bambini nelle famiglie, sperando che anche la scuola faccia altrettanto.

In un mondo costruito sul falso è fondamentale insegnare ai nostri figli ad avere un atteggiamento critico valutativo nei confronti dell’informazione.

È questa l’unica arma che ci resta per proteggerci dal marketing narrativo.

Giorgio Bruzzone

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