Mondo queer e apoti

“𝙻𝚊 𝚏𝚒𝚕𝚘𝚜𝚘𝚏𝚒𝚊 𝚌𝚒 𝚒𝚗𝚜𝚎𝚐𝚗𝚊 𝚊 𝚗𝚘𝚗 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚎 𝚖𝚊𝚒 𝚜𝚒𝚌𝚞𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚜𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚙𝚊𝚒𝚘𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚙𝚎𝚛 𝚜𝚎́ 𝚎𝚟𝚒𝚍𝚎𝚗𝚝𝚒.

𝙻𝚊 𝚙𝚛𝚘𝚙𝚊𝚐𝚊𝚗𝚍𝚊, 𝚊𝚕𝚕'𝚘𝚙𝚙𝚘𝚜𝚝𝚘, 𝚌𝚒 𝚒𝚗𝚜𝚎𝚐𝚗𝚊 𝚊𝚍 𝚊𝚌𝚌𝚎𝚝𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚊𝚜𝚜𝚒𝚘𝚖𝚊𝚝𝚒𝚌𝚑𝚎 𝚌𝚎𝚛𝚝𝚎 𝚌𝚘𝚜𝚎 𝚜𝚞 𝚌𝚞𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚟𝚘𝚛𝚛𝚎𝚋𝚋𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚒 𝚜𝚘𝚜𝚙𝚎𝚗𝚍𝚎𝚜𝚜𝚎 𝚒𝚕 𝚐𝚒𝚞𝚍𝚒𝚣𝚒𝚘, 𝚎 𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚟𝚎𝚗𝚒𝚜𝚜𝚎 𝚒𝚕 𝚍𝚞𝚋𝚋𝚒𝚘”

“Il mondo nuovo” - 𝐇𝐮𝐱𝐥𝐞𝐲

Dovremmo domandarci cosa resti oggi della filosofia? Sembrerebbe non servire più all’umanità che vorrebbe sostituirla presuntuosamente con la “scienza” oppure con la tecnica. Non serve alla politica e alla società che preferiscono utilizzare sondaggi e pratiche più efficaci d’immagine per indirizzare il consumo eppure il consenso. Cosa può servire la filosofia in un mondo globalizzato che vuole cancellare il passato attraverso un un nichilismo totale. Niente è più certo. Siamo nel “𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐞𝐫” dove tutto è incerto. Pensavate che con la destrutturazione della famiglia, tanto cara a Michele Murgia ( uno dei tanti idoli usa e getta della pseudo sinistra) avessimo toccato il fondo ? siamo già oltre ! Oggi ad essere incerto è persino il sesso.

Un processo complesso perché la normalissima verifica dei genitali non si può fare per ragioni di privacy. La suddivisione medico scientifica basata sul corredo cromosomico ( XX e XY) è ormai diventata obsoleta. Ci insegnano così , attraverso il solito bombardamento mediatico, che la suddivisione uomo donna sembrerebbe basarsi su svariati fattori.

Stolti noi che ci siamo sempre basati su “pisellini” e “farfalline”. 🤷‍♂️

Fioriscono cosi esperti da ogni dove per spiegarci che può esistere una categoria indefinita di possibilità. Non bastando così i termini esistenti ne hanno inventato allora un altro: intersessuale. Qualcosa che già dal nome fa capire “che sta nel mezzo”

Ma non è tutto perché sembrerebbe valere anche come uno si sente. E qui le categorie sono molteplici : non solo uomini che si sentono donne e viceversa, ma anche adulti che si sentono neonati oppure uomini che si sentono cani ecc ecc.

Una società insomma che definirla folle è ormai troppo poco. Bisognerebbe inventare anche qui un nuovo termine !

Per tutti questi questi motivi, scherzosamente ( ma non troppo) mi sono definito Apota. Un termine inventato da Giuseppe Prezzolini – prestigiosissimo intellettuale vissuto tra i due secoli (nasce nel 1882 e muore nel 1982) che si riferisce a coloro che “non se la bevono”

Quelli, insomma, che rifiutano di portare il cervello all’ammasso quando scoprono che il mondo è in mano a matti e cretini.

Giorgio Bruzzone